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Non c'è cristiano al mondo che non consideri la povertà nei suoi risvolti umani positivi: essa libera la persona dalla smania del possesso, la aiuta a saper prescindere dalle cose futili e a capire che nella vita è molto più importante l'essere che l'avere. Spesso, però, soprattutto per coloro che inseguono le logiche di un consumismo sfrenato e compulsivo, si tratta di una condizione di carenza e privazione, di beni materiali, persone o interazioni sociali. La povertà vera è un'altra cosa: è un atteggiamento interiore che nasce e si sviluppa da un sentimento in ascolto della Parola e è, dunque, kenosi che si espande nell'offerta di sé per il bene del mondo. È questo l'oggetto del libro: non uno tra i tanti sulla povertà nell'epoca odierna del cosiddetto materialismo, ma un testo sulla povertà evangelica, in tutta la sua ricchezza di espressioni e valenze. E poiché i consacrati sono tra i più sensibili interpreti dei valori evangelici, il tema è stato affrontato attraverso il racconto dei loro vissuti, valorizzando anche la gioia scaturita da certi distacchi. Un libro che è un invito di apertura alla ricchezza divina in un cammino verso la totale rinuncia di tutto e, insieme, una raccolta di testimonianze capaci di favorire o rafforzare lo spirito di carità nell'obbedienza della povertà.